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Risotto terramare

Ingredienti per 5-6 persone:

 

  • 400 gr persico africano
  • 400 gr di riso
  • 400 gr passata di pomodori
  • 500 gr  coniglio
  • olio extra vergine d’oliva
  • 2 pomodori
  • 1 bustina di zafferano
  • 2 dl brodo di carne
  • rosmarino, salvia e timo
  • 1 dl vino bianco
  • mix aromi, sale
Tagliate a cubetti il coniglio, i pesci, i peperoni e i pomodori. Ungete una padella con l’olio, aggiungete il rosmarino e fate rosolare il coniglio, salatelo ,versate il vino bianco e lasciate evaporare, spolverate con gli aromi https://pentolefornelli.com/aromi-misti https://pentolefornelli.com/aromi-misti  poi continuate la cottura coperto, aggiungendo se necessario un po’ di brodo sino a quando è ben dorato e tenero.
Intanto ungete un’altra padella mettete la salvia e fate rosolare i pesci, salateli, aggiungete una cucchiaiata di brodo e continuate la cottura per 8-10 minuti.
A parte procedete allo stesso modo con i peperoni aggiungendo a metà cottura i pomodori il timo e la passata. Tutto ciò lo potete preparare volendo anche qualche ora prima.

Unite il coniglio, il riso,

lo zafferano e ricoprite con brodo. Fate cuocere a fuoco medio, mescolando ogni tanto delicatamente quando necessario aggiungete un po’ di brodo.
Due minuti prima di togliere dal fuoco aggiungete i pesci. Servite al dente e ben caldo.

Buonissimooooo!!!! Non è corretto ma rende bene l’idea della bontà di questo piatto, se non vi piace il coniglio potete usare il petto di pollo o la carne di vitello. Naturalmente è un piatto unico, un po’ impegnativo nella preparazione ma molto soddisfacente nel risultato, gustoso e di bella presenza. Sullo sfondo degli ingredienti c’è la legna che a primavera nel nostro cortile non manca mai, la preparo per bruciare nel nostro caminetto l’inverno dopo. Mi piace respirare all’aria aperta, il silenzio della campagna, il tepore della primavera ed anche faticare fisicamente dopo la scarsa attività invernale. Adesso avrete capito chi è l’autore del risotto, piatto che preparo quasi esclusivamente io, mia moglie dice che a me riescono meglio, ho il sospetto che sia una scusa per evitare di prepararlo, a lei piace dedicarsi maggiormente ai secondi e principalmente  ai desserts.

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Biscotti d’agave e miele

 Ingredienti:

150 gr amido mais
2 tuorli
50 gr farina gialla
120 gr burro
3 cucchiai miele
60 gr zucchero
granella di zucchero
20 gr cioccolato
2 cucchiai sciroppo d’agave

 

Amalgamate col mixer le farine (la farina di mais deve essere macinata finissima), il burro, lo zucchero, i tuorli e lo sciroppo d’agave ed infine unite il cioccolato triturato.
Stendete col mattarello l’impasto alto circa 4 mm,
con gli appositi stampi ritagliate i biscotti.
Fate sciogliere il miele vicino a una fonte di calore e spennellate la superficie dei biscottini,
spargete sopra al miele un po’ di granella di zucchero ed infine infornate a 160 gradi, in forno già caldo, per circa 20 minuti.
Fate raffreddare e servite con tè o cioccolata.
Ottimi, sia come dessert al termine del pasto, che per un’invitante merenda dei bambini o serviti con il tè al pomeriggio. Biscotti veloci da preparare, dall’aroma intenso, grande friabilità, sapore squisito e di bell’aspetto. Lo sciroppo d’agave è uno zucchero di origine naturale con alto potere dolcificante, un’alternativa benefica allo zucchero tradizionale. Il miele e il cioccolato arricchiscono ulteriormente il sapore di questi dolcetti fragranti e gustosi.
Ai bambini piace molto manipolare, impastare, ritagliare, aiutare i grandi in cucina. Se avete dei bambini in casa, coinvolgeteli nella preparazione dei biscotti, è una buona occasione per interagire con loro e gratificarli. La nostra nipotina ha partecipato entusiasta alla realizzazione di questa ricetta ed ha poi offerto i “suoi” biscottini al fratellino a merenda. Di seguito alcuni scatti di Agata ed Elia, nostri graditissimi ospiti in questi giorni.
Elia ed Agata in casa nostra il giorno di Pasqua.
Oggi pomeriggio sul trattore con il nonno in una fattoria del nostro paese.

Al campo sportivo del nostro paese

Elia sul cavallo a dondolo e sullo scivolo

Agata sulla giostra e alla finestra della casetta

I nostri nipotini insieme sull’asse a dondolo.

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Risotto con pistacchi

                                                           
Ingredienti    

  • 4hg riso carnaroli
  • 1/2 cipolla
  • 1hg spinaci già puliti
  • 150 gr pistacchi                         
  • 1 l brodo vegetale
  • 20 foglie basilico
  • 1 hg grana grattugiato
  • 1 noce di burro
  • 1/2 bicchiere vino bianco
  • pizzico di sale

                            
Fate soffriggere la cipolla sminuzzata nel burro,
                                            
 aggiungete gli spinaci spezzettati e lasciateli appassire un poco, 
                                                 
 unite il riso e sempre rimestando versate il vino e fate sfumare, continuate la cottura aggiungendo ogni tanto un po’ di brodo caldo. 
                                                               
A metà cottura unite i pistacchi triturati con il basilico. 
                                                                   
Quando il riso è cotto spolverate con il grana, mescolate e tenete coperto per un minuto. Servite ben caldo
                                             
Un primo piatto vegetariano gradevole, genuino e salutare. La croccantezza dei pistacchi salati e tostati, ben contrasta con la cremosità del risotto mentre il sapore delicato degli spinaci si incontra con quello dolce e intenso della cipolla, un accostamento inusuale e ben riuscito che soddisfa tatto e gusto.

Curiosità
Il riso è originario dell’Asia tropicale probabilmente dell’India, alcuni reperti hanno dimostrato che gli uomini se ne cibavano già 8000 anni fà, fu introdotto in Spagna dagli arabi intorno al 600. Alimento completo che ben si presta a essere preparato in svariati modi dai risotti ai dolci, dalle minestre alle crocchette. Il riso è simbolo di buon auspicio, pur con riti diversi viene usato a questo scopo in varie parti del mondo. In Occidente, ad esempio, vengono lanciate manciate di riso agli sposi al termine del rito nuziale, mentre in Oriente vengono donati sacchetti di riso alle giovani madri, in India invece le donne ogni mattina tracciano disegni circolari con la farina di riso fuori dalle porte di casa.

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Sbrisolosa

Ingredienti:

  • 350 gr farina 00
  • 150gr burro
  • 170 gr zucchero
  • 80 gr mandorle
  • 150 gr farina di mais finissima

Mettete in una ciotola le farine, lo zucchero, il burro ammorbidito e 60 gr di mandorle spezzettate, amalgamate con le mani, 

quando l’impasto è ben omogeneo versatelo in una teglia rivestita di carta forno,  pressatelo un poco con un batticarne e disponete sulla superficie le mandorle rimaste.

 

Infornatelo a 170° per 55 minuti,

tagliatelo a fette ancora caldo poi lasciatelo raffreddare prima di servire.

La sbrisolosa (o sbrisolona) è un dolce tipico del mantovano-cremonese chiamata così per la sua tendenza a sbriciolarsi, se non si vuole mangiarla a pezzi si deve affettarla ancora calda o meglio tagliarla a quadrati quando è ancora nella teglia. Per una versione più salutare potete sostituire lo zucchero con il paté di datteri e dare ulteriori fragranze con l’aggiunta di noci e scorzette d’arancia (solo la parte superficiale).

Sbrisolona all’arancia (variante)
Ingredienti: 

  • 200 gr fumetto di mais
  • 400 gr farina 00
  • scorza d’arancia tritata
  • 100 gr zucchero
  • 80 gr paté di datteri
  • 150 gr burro
  • 20 gherigli di noce
  • 100 gr mandorle

Questo dolce si può mangiare tutto l’anno, ma la tradizione della bassa pianura lombarda lo vuole gustare il 17 gennaio, per festeggiare il giorno di Sant’Antonio Abate, in onore del quale, alla sera, nei paesi si accendono grandi falò per trarre auspici sulla buona o cattiva annata. I giovani del paese passata l’epifania cominciano già a preparare grandi cataste di legna. In passato un falò che bruciava bene significava abbondanza di raccolto per l’anno in corso, al contrario se il fuoco non raggiungeva la cima rivelava un raccolto scarso. Mia mamma, che era di origine mantovana, mi citava un proverbio ”Sant’Antòni chisulèr el veèn el dersèt de zenèr” el chisòl è per l’appunto la sbrisolosa. Mantova e Cremona si contendono l’origine di questo dolce che viene preparato in diverse varianti, di seguito un’altra. 


Ricetta: farina gialla macinata fine, farina bianca, burro in uguale quantità (200 gr) – zucchero 140 gr – 1 tuorlo d’uovo – 100 gr mandorle spezzettate. Amalgamare tutto, sistemare a grumi in una teglia e cuocere in forno a 160° per 1 ora. Buon appetito!

Di seguito la catasta di legna preparata per il falò del 17 Gennaio 2012 a Isola Dovarese (CR), ripresa in due diversi scatti, la seconda immagine sembra quasi in bianco e nero, invece l’effetto è dovuto solo alla fredda e grigia giornata di nebbia.

L’anno 2013 ha festeggiato nel cremonese il giorno di S Antonio con questi falò…

Preparazione della pira e particolare della “vecchia” a Volongo (CR)

Falò alle ore 21 a Volongo (CR)

Qualcuno a Volongo (CR) si è costruito un falò ad uso privato

A S Pietro frazione di Asola (MN) il falò per il 2013 è stato preparato in questo modo.

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Colomba pasquale

La colomba pasquale è una specialità gastronomica della cucina italiana, un dessert soffice, dalla lunga lievitazione, con canditi e copertura croccante di glassa e mandorle.


Ingredienti  per la colomba:

150 gr Canditi d’Arancia
120 gr Burro
50 gr Zucchero
1 Vanillina
60 gr Zucchero a Velo
450 gr Farina 0
25 gr lievito di birra
3 tuorli
170 gr latte e acqua
20 gr Mandorle

Fate sciogliere nel latte e acqua il lievito sbriciolato,
versate la miscela nel mixer insieme a 300 gr di farina e impastate sino ad ottenere un panetto morbido da far lievitare per 60’ (1° lievitazione).
Sgonfiatelo con le mani, quindi mettetelo in una ciotola con i tuorli, 50 gr di zucchero, 150 gr di farina, 40 gr di burro ammorbidito e la vanillina.
Lavoratelo con le mani per ottenere un nuovo impasto da far lievitare finché avrà raddoppiato il volume (2° lievitazione).
Sgonfiate la pasta lievitata, incorporate i canditi, le mandorle polverizzate ed 80 gr di burro già amalgamato con lo zucchero a velo, procedete con la 3° lievitazione.
Per la copertura: glassa, mandorle caramellate e zucchero in granella.


Ingredienti per la glassa:

80 gr Zucchero a Velo
1 Albume
6 Amaretti Frullati
5 gr Farina 0
30 gr Mandorle Frullate

Mescolate in una ciotola gli albumi sbattuti (non montati) con lo zucchero a velo, gli amaretti, le mandorle e la farina sino a ottenere un composto omogeneo.

 

Ingredienti per le mandorle caramellate:

60 gr Zucchero
30 gr Mandorle

 

Mettete lo zucchero in una piccola padella e fatelo sciogliere a fuoco moderato, quando inizia a imbiondire unite le mandorle e lasciatele tostare per qualche minuto, rigirando di continuo. Posatele su una superficie unta d’olio separate le une dalle altre.

Sgonfiate infine la pasta, dividetela in tre filoncini (uno più grande per il corpo e due più piccoli, uguali, per le ali), poi sistemateli nello stampo a colomba in carta antiaderente che trovate al supermercato. Rivestite la colomba con la glassa e lasciatela lievitare finché avrà riempito il contenitore (4° lievitazione). Infine cospargetela di granella di zucchero e mandorle caramellate.

Infornatela a 180° per un’ora, estraete e lasciate raffreddare sopra la grata del forno, servitela il giorno stesso o il seguente, bella fresca e fragrante.

Ieri dopo 7 ore fra preparazione, lievitazioni, cottura, 100 fotografie e tante disquisizioni fra noi sul da farsi, la colomba è riuscita alla perfezione. La casa era pervasa da un profumo invitante e noi ancor prima che fosse completamente raffreddata non abbiamo resistito all’assaggio, la pasta soffice e squisita, la crosta fragrante, le mandorle croccanti, aroma e sapore delle migliori pasticcerie. Nonostante la preparazione lunga e laboriosa consigliamo anche a voi di cimentarvi in questo dolce simbolo della Pasqua perchè ne vale veramente la pena, resterete soddisfatti. Con questa ricetta cogliamo l’occasione per fare a tutti i lettori del nostro blog i più fervidi

AUGURI di BUONA PASQUA !

Curiosità:
Leggende vogliono far risalire l’origine della colomba al periodo longobardo, storicamente certo è che verso il 1930 la ditta milanese Motta ideò un dolce simile al panettone per festeggiare le solennità pasquali, da allora la colomba inizia a far parte della tradizione gastronomica italiana.

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Fuselli di pollo arrosto

 


Ingredienti:

 

  • 33 cl birra doppio malto
  • 6 fuselli di pollo
  • aromi misti triturati
  • rosmarino e timo
  • 3 cucchiai aceto balsamico
  • olio e sale

 

Fate rosolare il pollo in un po’ d’olio con qualche rametto di timo e rosmarino,
salate e spolverizzate con gli aromi misti,
versate la birra e coprite il tegame con un coperchio, continuate la cottura a fuoco lento per circa un’ora rigirando ogni tanto.
Quando è cotto e ben dorato aggiungete l’aceto balsamico rigirate per far insaporire da ambo le parti.

Servite ben caldo.

Questo è un secondo economico e gustosissimo, potete tranquillamente presentarlo in qualsiasi occasione e farete un figurone. Il pollo cotto nella birra è molto tenero, gli aromi lo profumano delicatamente e l’aceto balsamico conferisce un sapore dolce-acido molto gradevole. Gli aromi che usiamo in cucina sono preparati da noi, facendo essicare erbe aromatiche quali: salvia, rosmarino, santoreggia, timo, alloro, mirto e poi unendo pepe, noce moscata, chiodi di garofano, ginepro e frullando bene il tutto sin o a ottenere un misto polverizzato di aromi profumatissimo che spande per la casa una fragranza intensa e penetrante. Di seguito alcune fasi del procedimento.

 

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Torta pasquale

Ingredienti:

 

  • 250 gr amido di mais
  • 50 gr farina 00
  • 200 gr zucchero
  • 120 gr burro
  • circa 100 gr latte
  • 3 uova
  • 1 bustina lievito
  • 1 vanillina
  • zucchero a velo

 

 

 

Lavorate burro e zucchero  con lo sbattitore a frusta, sino a che diventa ben cremoso.

 

Aggiungete i tuorli e continuate a sbattere sino a che il composto è bello spumoso.
 Sbattete in una ciotola gli albumi a neve ben soda con un cucchiaio di zucchero.
Unite le farine al composto cremoso, mescolate e versate un po’ di latte sino a ottenere un impasto omogeneo e non troppo denso

 

poi aggiungete gli albumi rimestando lentamente per non sgonfiare l’impasto e per ultimo mettete il lievito.

Versate in una teglia ricoperta di carta forno, spolverate la superficie con zucchero a velo, infornate a 180°in forno già caldo, per circa un’ora. Intanto che la torta cuoce, preparate la farcitura.
Ingredienti per la farcia:

 

  • 1 tazzina caffè
  • 3 cucchiai cacao amaro
  • 100 gr zucchero
  • 100 gr burro
Sbattete il burro con lo zucchero sino a quando diventa ben cremoso, poi aggiungete il cacao e continuate a montarlo per renderlo ancora più spumoso.
Preparate una tazzina colma di caffè bello carico e dolce per inumidire il primo strato di torta, sulla quale spalmerete poi la crema di cacao che avete preparato.
Terminata la cottura lasciate raffreddare la torta prima di procedere con la farcitura.
Tagliate la torta a metà del suo spessore e farcite come spiegato prima.
Infine decorate a piacere con crema pasticcera, panna montata, ovetti di cioccolato …

 

Questa torta non è molto impegnativa ed è buona. Il tempo che impiegherete dipenderà  poi dalla decorazione che deciderete di fare. Noi l’abbiamo ricoperta di crema pasticcera e decorata con la crema di farcitura, piccole meringhe e violette caramellate.
 Vi mostriamo alcuni scatti per caramellare le viole mammole, che in questo periodo crescono spontanee nei campi e sono commestibili (raccoglietele lontano dalle strade, in luoghi incolti o in campi dove non siano stati usati pesticidi).

In una piccola padella fate sciogliere un po’ di zucchero a fuoco moderato, intingete le violette appena raccolte per qualche secondo e conservate in frigorifero sino all’utilizzo, che deve avvenire entro pochi giorni dalla preparazione.

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Pappina

Ingredienti:

 

  • 125 gr uva sultanina
  • 1/2 lt latte
  • 250 gr biscotti
  • 125 gr pinoli
  • 60 gr cacao amaro
  • 125 gr amaretti
  • 60 gr zucchero a velo
  • 1 panino raffermo

 

La sera prima della preparazione, mettete in ammollo i biscotti e gli amaretti nel latte ed il pane nell’acqua.

 

La mattina mettete a bagno l’uvetta nell’acqua tiepida per una mezz’oretta, poi strizzatela e unitela ai biscotti. Strizzate anche il pane e amalgamate tutti gli ingredienti,

 

quando l’impasto è omogeneo versatelo in una teglia ricoperta di carta forno e fatelo cuocere per circa 70 minuti a 190°.

 

Toglietela dal forno e lasciatela raffreddare. Spolverate con zucchero a velo

oppure decorate a piacere.

 

Questo dolce squisito non è la solita torta, ha consistenza cremosa ed è ricco di gusti, davvero ottimo e molto particolare, sembra essere originario di Cabiate (vicino a Meda), in provincia di Como. Noi lo abbiamo decorato con crema pasticcera, panna montata e cioccolato in scaglie.

Curiosità:
I pinoli sono i semi commestibili di alcuni tipi di pino,conosciuti fin dall’antichità per il loro delicato aroma, alto potere energetico e proprietà afrodisiache. Già Plinio esaltava le qualità dei pinoli, in grado a suo dire di calmare la sete ed i bruciori di stomaco, oltre che agire contro l’impotenza. I pinoli si utilizzano in piatti salati e dolci, dai gelati alle insalate, da salse e sughi a torte e pasticcini, ma l’utilizzo più popolare è forse quello del pesto alla genovese.

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Carciofi ripieni al forno

 

 

Ingredienti:

80 gr pane raffermo
9 carciofi
2 peperoncini rossi
1 limone
20 gr grana grattugiati
1 spicchio d’aglio
½ bicchiere vino bianco
mazzetto prezzemolo
olio sale e pepe
2 acciughe
                                   
Spremete il limone e versate il succo in una bacinella piena di acqua fredda e cubetti di ghiaccio. Pulite e preparate i carciofi per la cottura: accorciate i gambi, lasciandone attaccato qualche cm, tagliate le punte spinose, staccate le foglie esterne dure, sbucciate il gambo e tornite il fondo; tagliate a metà i carciofi, gambo compreso, eliminate dal centro le parti dure e il fieno, poi tuffateli nella bacinella con il succo di limone.
                                   


                               

Lavate il prezzemolo, asciugatelo e staccate le foglie dai rametti; sbucciate gli spicchi d’aglio; tagliate il peduncolo ai peperoncini ed eliminate i semi. Tritate nel mixer le foglie di prezzemolo, uno spicchio d’aglio, i peperoncini e la mollica di pane fino ad ottenere un composto fine. 

                                      

Versate il ripieno in una ciotola, salate, pepate, incorporate le acciughe fatte rosolare e ridotte a pontiglia, il grana e amalgamate.

                                                                                                          

Fate cuocere a vapore per 10 minuti i carciofi, ungete una teglia e sistemateli in un solo strato con la parte tagliata verso l’alto, distribuite il composto al centro dei carciofi con un cucchiaio, poi irrorateli con l’olio a filo. 

Versate il vino sul fondo della teglia, infornate a 200° e lasciate cuocere per 10 minuti. Coprite la teglia con un foglio di alluminio e proseguite la cottura per altri 20 minuti, se è necessario aggiungete un po’ di acqua. 


                                                                
 Servite caldi decorando a piacere.

Noi li abbiamo serviti con ciuffetti di crema preparata frullando i gambi dei carciofi lessati per 15 minuti, 80 gr di tonno sott’olio, 100 gr di ricotta, 16 mandorle salate e tostate, sale e paprika, sino a ottenere un composto cremoso.

Un secondo piatto gradevole, leggero e appetitoso, dalla preparazione un po’ impegnativa, ma non troppo complicata.

Curiosità:
Il carciofo deriva dal cardo selvatico, allo stato spontaneo non esiste, la sua coltivazione si pratica moltiplicandolo per polloni o per talea. Le piante vanno protette dal freddo invernale, per questo in Italia viene coltivato solo in alcune zone del sud e nelle isole, dove i rigori invernali non sono troppo intensi. Conosciuto sin dall’antica Roma, poi nel medioevo se ne perse quasi completamente la conoscenza, la sua “ricomparsa” avviene nella seconda metà del ‘500, grazie all’opera di due abili giardinieri. Particolarmente indicato nel caso di malattie epatiche, ricco di sali minerali, vitamine e cinarina.

 Coltivazione di carciofi in Sardegna   
                                                          


Cardi selvatici in fiore



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Pain d’épices

 

Ingredienti:

 

  • 250 gr farina di segale
  • 20 gr pinoli
  • 150 gr farina 00
  • 50 gr burro
  • 1/2 bicchiere latte
  • 300 gr miele
  • 15 gr canditi tritati
  • 6 noci tritate
  • 3 cucchiai succo d’acero
  • 2 tuorli
  • noce moscata, cannella
  • 1/2 lievito
  • chiodi garofano
  • semi finocchio
In un tegamino fate sciogliere latte, burro , miele poi versate il composto in una ciotola, aggiungete le farine, i tuorli, le spezie e impastate con le mani sino a quando è tutto ben amalgamato.
Aggiungete canditi, pinoli, noci e per ultimo il lievito, mescolate sino ad ottenere un composto omogeneo. Mettetelo in un contenitore per plum cake ricoperto da carta forno, versate sulla superficie lo sciroppo d’acero.

 

Mettetelo in forno a 150 ° per 65 minuti, potete servirlo ancora caldo o freddo con una spolverata di zucchero a velo.

Sistemate in un piatto da portata

Tagliate a fette e servite

Curiosità:

Questo dolce buonissimo, ricchissimo di miele, è una specialità francese, originario di Gertwuiller nell’Alsazia, viene consumato principalmente nel periodo natalizio. Versando il composto  in piccoli contenitori da plum cake si ottengono piccoli pain d’épices da regalare volendo agli amici. Conservato in un foglio di alluminio dura a lungo. Principale ingrediente è il miele, alimento con alto potere dolcificante, di facile digeribilità e che garantisce un apporto energetico immediato. 

Noi lo abbiamo mangiato per la prima volta a Gourdon, piccolo paese della Provence nel 2009 durante un breve e graditissimo soggiorno regalatoci dai nostri figli. Di seguito alcune fotografie, ricordo di questa bella vacanza.

 

Alcuni scorci di Gourdon.

 

Il nostro soggiorno alla Bastide aux Camelià

 

Eze Village il bel paesino dove abbiamo soggiornato

 

Giardino botanico di Eze

 

Panoramica di Vence…

e San Paul de Vence.

Villa Ephrussi de Rothschild e…

rispettivi giardini a Saint-Jean-Cap-Ferrat.

 

Antibes, Mougins e profumeria Molinard a Grasse

 

Montecarlo – Museo oceanografico

 

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