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Bocconcini di capriolo

 

Ingredienti  per  4 persone:

1 kg polpa di spalla di capriolo
400 gr pomodori pelati
1 bicchiere di vino bianco
6 coste di sedano
alloro, salvia e rosmarino
6 carote
½ bicchiere aceto balsamico
2 cipolle
½ bicchiere olio d’oliva
1 tazza di brodo
pepe, noce moscata, aromi, sale
1 bottiglia di Barbera
bacche di ginepro, chiodi di garofano, peperoncino, semi di finocchio

Il giorno precedente il consumo, mettete in fusione nel barbera la carne tagliata a pezzi, con metà delle verdure triturate, le spezie, gli aromi in polvere e in foglia e dentro  una garza legata con lo spago gli aromi in semi e bacche.
Il giorno seguente mettete la carne in ammollo per un paio d’ore nell’aceto balsamico e gettate via tutto il resto.
Sciacquate il capriolo e lo fate rosolare in una casseruola con l’olio, l’alloro e la salvia, unite l’altra metà di verdure triturate, il vino bianco, sale  pepe, noce moscata, aromi misti e fate cuocere per circa mezz’ora rigirando un paio di volte.
Unite la passata di pomodoro e continuate la cottura a fuoco moderato per almeno due ore rigirando ogni tanto,  aggiungete quando necessario il brodo.
Servite caldo, accompagnando col suo intingolo e possibilmente una fetta di polenta.
I “Bocconcini di Manzo” sono un secondo piatto squisito, carne tenera e gustosa in un intingolo saporito e buonissimo, il giorno dopo è ancora più buono. Cucinato in questo modo perde il sapore di selvatico e risulta facilmente digeribile. Se ve ne resta un po’ vi consiglio di frullare metà della carne a disposizione, aggiungere ancora un po’ di brodo e di pomodoro, un peperoncino e cuocere una mezz’oretta, avrete un ottimo sugo per un bel piatto di pasta.

Curiosità:
I “chiodi” di Garofano sono i boccioli non ancora aperti di un albero sempreverde alto fino a 10-12 metri, originario dell’arcipelago indonesiano. I “chiodi” sono impiegati per esaltare il sapore dei cibi o comporre elisir e altri liquori di fantasia. Hanno proprietà analgesiche e antisettiche, sono anche utili vermifughi.

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Dolcetrama mandorlata

 

Ingredienti:

50 gr zucchero
50 gr burro
50 gr mandorle
3 tuorli
3 cucchiai miele
80 gr latte
25 gr lievito birra
320 gr farina
zucchero a velo

Impastate tuorli, zucchero e lievito in una ciotola, poi aggiungete il burro ammorbidito a temperatura ambiente.

 

Unite metà farina, il latte e continuate a mescolare, infine amalgamate la farina rimasta.
Ponete l’impasto in una ciotola leggermente infarinata e lasciate lievitare coperto per circa un’ora.
Quando l’impasto avrà raddoppiato il suo volume
lo mettete sulla spianatoia e con le mani lo tirate sino a formare un quadrato avente il lato di 30-35 cm. Tagliate delle fettucce larghe 2 cm,
accavallatele come nella trama di un tessuto,sulla piastra del forno ricoperta con l’apposita carta.
Formate un cerchio avente il diametro di 25 cm.
Fate lievitare nuovamente in luogo tiepido, ricoperto con la pellicola per alimenti.Quando avrà nuovamente raddoppiato il suo volume, spolverate con zucchero a velo,
spargete sopra le mandorle tritate e versate a filo il miele distribuendolo su tutta la superficie.
Infornate a 175° per 20 minuti. Lasciate raffreddare, poi sistemate in un piatto.
Tagliate a fette e servite in un piattino.
Torta con procedimento lungo a causa dei tempi di lievitazione, il risultato ripaga però dell’attesa perché davvero buona, soffice e gustosa. Particolare la lavorazione a trama che abbiamo ideato per fare qualcosa di diverso dal solito. Un dolce leggero, con pochi grassi e poco zucchero, ma tanto sapore. Ideale a colazione per iniziare al meglio la giornata.
 Curiosità :
Il miele è frutto del lavoro organizzato e sorprendente delle api, lavoratrici instancabili e raffinate, ma  anche degli apicultori, straordinari conoscitori delle proprie api e del miele. Per gli antichi questo alimento era un cibo degli dèi: mischiato all’acqua e fermentato dava luogo all’idromele, ingrediente essenziale per gustare il vino e per preparare la base di molti piatti. Il miele ha accompagnato la storia dell’alimentazione italiana dagli albori ai giorni nostri. I Romani lo usavano per condire portate di impianto salato e nel tardo-medioevo si trova in portate non esclusivamente dolci. In queste combinazione dal sapore promisquo, la funzione del miele sembra più simile a quella di un correttore di sapidità che di un edulcorante vero e proprio. In quel tempo entra a far parte di molte salse e della mostarda. Nel tardo ‘500 viene usato anche come condimento, perché “dolce è sano”. Il miele è un alimento ricchissimo e di facile digeribilità, genuino e pieno di sfumature, tante quante sono i fiori da cui le api hanno raccolto il nettare.

 

Un’ape sulla nostra lavanda

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Sigari alla rucola

Ingredienti per 3 persone :
  • 0,125 gr zafferano
  • 300 gr farina
  • scorza 12 limone
  • 2 uova
  • 20 gr rucola
  • 220 gr ricotta
  • rametto rosmarino
  • 1 patata
  • 4 gambi prezzemolo
  • 2 pomodori
  • 1 noce di burro
  • olio d’oliva
  • 1 cucchiaiata pinoli
  • sale

Disponete la farina a fontana sulla spianatoia, mettete lo zafferano sciolto in poca acqua e le uova nel mezzo, salate.

Impastate insieme tutti gli ingredienti, sino a ottenere una pasta liscia ed elastica, chiudetela in un sacchetto per alimenti a riposare, intanto preparate il ripieno. Frullate rucola, scorza del limone (solo la parte gialla), formaggio grana, pinoli ed infine unite la ricotta.

Con la macchina per la pasta o il mattarello tirate delle strisce di sfoglia larghe 5-6 cm e poi ritagliate dei quadrati. Con un cucchiaino stendete un po’ di ripieno lungo un lato, arrotolate su se stesso e premete le estremità.

Fate tanti “sigari” fino ad esaurimento degli ingredienti.
Portate a ebollizione l’acqua in una pentola capiente, nel frattempo preparate il condimento.
Tagliate la patata a dadini e la fate cuocere in un pentolino pieno d’acqua per 6-7 minuti. Tagliate i pomodori allo stesso modo e li fate cuocere in una padella unta d’olio per 5 minuti. Fate soffriggere il rosmarino triturato ( o la salvia se preferite ) nel burro per 3-4 minuti. Tritate finemente il prezzemolo ed infine unite tutto insieme in una ciotola.
Quando l’acqua nella pentola bolle, salate, versate i “sigari” e fate cuocere per 8-10 minuti.
Scolate e mettete nei piatti aggiungendo qualche cucchiaiata di sugo ed una spolverata di formaggio grattugiato. Servite ben caldi.
Un primo piatto gradevole e inconsueto. Nel ripieno il sapore amaro della rucola è smorzato dal gusto delicato della ricotta. L’aroma penetrante dei pinoli ed il saporito grana lo completano egregiamente. Il condimento coi suoi pomodori dolci e leggermente aciduli, la patata dal gusto delicato e il prezzemolo leggermente piccante, ben si accompagna a questa pasta ripiena dal gusto amarognolo.

Curiosità :
La rucola è una pianta erbacea molto odorosa, dalle foglie lanceolate e dal piccolo fiore giallo, quella coltivata ha un sapore meno intenso della rucola selvatica che risulta decisamente amara e piccante. La rucola viene usata in cucina sia cruda che cotta. Nell’antica Roma era ritenuta afrodisiaca e veniva consumata in grandi quantità. La rucola è diuretica, disintossicante e digestiva.

Rucola selvatica

 

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Rose di mela

Ingredienti :

  • 320 farina 00
  • 3 uova
  • 25 gr lievito di birra
  • 80 gr latte
  • 50 gr zucchero
  • 50 gr burro
  • 1 bustina vanillina
  • 1 mela
  • 3 cucchiaiate miele
  • 30 gr pinoli

Impastate tuorli, zucchero e lievito in una ciotola, poi aggiungete il burro ammorbidito a temperatura ambiente.
Versate metà farina, il latte e continuate a mescolare, infine versate la farina restante.

Ponete l’impasto in una ciotola leggermente infarinata e lasciate lievitare coperto per circa un’ora. Tagliate la mela a fettine, zuccherate e bagnate con un po’ di succo di limone. Tritate i pinoli.

Imburrate e zuccherate una padella e fate cuocere la mela per 2-3 minuti da ambo i lati. 
Quando l’impasto avrà raddoppiato il suo volume 
stendetelo sulla spianatoia tirandolo con le mani, ritagliate delle strisce lunghe 25 cm e larghe 10-12 cm,  poi ritagliatele a metà per il lungo ondeggiando. Ricoprite le “onde” con le mele, spargete nel mezzo i pinoli, fate colare a filo un po’ di miele. Ripiegate 1 cm la base della pasta su se stessa e poi arrotolate formando le “rose”, mettetele nel contenitore per plum-cake.
Spennellate la superficie con un po’ di burro e mettete in forno a 180° per 40 minuti.
Lasciate raffreddare, poi mettete in un piatto.
Servite in un piattino, spolverando se volete con un po’ di zucchero a velo.



Un dolce genuino e nutriente, adatto per un’ottima merenda o come gradevole dessert dopo pranzo, dalla consistenza morbida ed umida. Il gusto del miele ben si abbina a quello dei pinoli, mentre quello della mela è arricchito dalla cannella, la pasta infine al buon aroma di vaniglia si integra piacevolmente creando un’armonia di sapori.
Curiosità :
La cannella è una pianta aromatica conosciuta fin dai tempi più antichi ed è considerata la spezia più importante al mondo. Gli antichi chiamavano cinnamomo la cannella più pregiata proveniente da Ceylon e cassia quella cinese più aspra e meno dolce, ben conoscevano la differenza fra le due spezie. Il nome cannella deriva dal latino canna per la forma che aveva quando giungeva dai paesi di origine.
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Polpette al tonno

 

Ingredienti:

1500 gr patate
1 uovo
100 gr grana
pangrattato
320 gr tonno
basilico e sale

 

 

Grattugiate il formaggio grana, pelate le patate ed intanto portate a ebollizione una pentola di acqua, salate
e fate cuocere le patate per circa 15-20 minuti, passatele nello schiacciapatate ed unite l’uovo, il tonno, il basilico tritato ed il formaggio.

Mescolate sino ad amalgamare bene il composto, lavoratene con le mani una cucchiaiata per volta sino a formare delle rodelle che passerete nel pangrattato.

Sistemate le polpette in una teglia che avrete ricoperto di carta forno ed infornate a 180-200°.

Dopo mezz’ora rigiratele con una paletta e proseguite la cottura per atri 20 minuti.
Mettete nei piatti e servite ben calde, accompagnando a piacere.
Ricetta semplice e gustosa che richiede circa 90 minuti per la preparazione e la cottura. Un secondo leggero che potete accompagnare con verdure e formaggi a piacere, per una cena in famiglia. Le polpette croccanti all’esterno, racchiudono un cuore morbido e saporito. Salutari e poco caloriche, sono adatte a tutte le età.

 

Murales di una tonnara a Stintino

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Dolce girasole

 

Ingredienti :

 

  • 50 gr succo d’arancia
  • 3 tuorli
  • 25 gr lievito di birra
  • 100 gr zucchero
  • 350 gr farina 00
  • 60 gr burro
  • 50 gr pistacchi dolci
  • 50 gr latte
  • 50 gr marmellata d’arancia

 

Impastate tuorli, zucchero e lievito in una ciotola, aggiungete il burro ammorbidito a temperatura ambiente
poi versate il latte ed il succo d’arancia, unite la farina ed amalgamate sino ad ottenere un composto omogeneo.
Mettete l’impasto in una ciotola leggermente infarinata e lasciate lievitare coperto per circa un’ora.
Quando l’impasto avrà raddoppiato il suo volume, ne staccate un terzo e formate un cerchio di 13 cm di diametro. Dividete la pasta rimasta in 12 parti e formate i “petali” che appoggerete intorno al cerchio. Spalmate il centro con la marmellata e ricoprite coi pistacchi, spennellate i “petali” col tuorlo ed infine spolverate il dolce con zucchero a velo.
Infornate a !80° per circa 25 minuti.
Lasciate raffreddare, poi sistemate il “girasole” in un piatto.
Tagliate a fette e servite, volendo potete accompagnare con una spremuta d’arancia bella fresca.
Dolce semplice e genuino, dal gusto delicato piacevolmente aromatizzato all’arancia. La forma del girasole inconsueta per un dolce attira l’attenzione e soddisfa oltre al palato anche la nostra voglia d’estate, di natura e di spazi all’aperto. La preparazione non presenta particolari difficoltà e richiede poco tempo, purtroppo l’attesa della lievitazione allunga i tempi. Ottimo dessert, leggero e morbido con una crosta croccante e saporita.
 Curiosità :
Il girasole deve il proprio nome al curioso fenomeno botanico noto come eliotropismo,grazie al quale questo fiore e le sue foglie più giovani ruotano durante la giornata in direzione del sole, allo scopo di ricettarne i raggi. Comunemente gli vengono attribuiti significati legati alla gioia di vivere ed in alcune culture orientali è considerato simbolo dell’immortalità. Il girasole è originario dell’America del centro-nord, fu introdotto in Europa da Pizzarro che lo importò dal Perù nel 1500. Le civiltà antiche del sud America lo ritenevano la materializzazione terrena del sole divino e, in quanto tale, ne facevano oggetto di culto. Esistono varietà coltivate a scopo ornamentale ed altre coltivate a scopo alimentare: di queste vengono utilizzati i semi ,sia per l’estrazione dell’olio da cucina e di biodiesel che per la commercializzazione come mangimi per animali. I semi di girasole integrano la dieta di molte persone, negli snak o nelle insalate, sono antiossidanti e combattono il colesterolo.
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Totani ripieni

I totani ripieni sono un piatto buonissimo, genuino e ricco di sapore. Di proposito non abbiamo usato il sale, perché già i pomodori secchi ne contengono molto, anzi troppo, infatti abbiamo preferito sciacquarli prima dell’uso. I totani ripieni sono un piatto veramente sfizioso, ottimo per una cena estiva con gli amici o per festeggiare in famiglia un’occasione importante. Provatelo e non ve ne pentirete, farete un figurone e lascerete soddisfatti i vostri commensali.
Ingredienti per 3 persone :

80 gr Formaggio “Feta”
800 gr Totani
6 Pomodori Secchi
150 gr Pistacchi
3 cucchiaiate Yogurt
1 Tuorlo
½ bicchiere Vino Bianco
q.b. Rosmarino
300 gr Piselli
3 Pomodori
q.b. Olio Extra Vergine Oliva

Pulite i totani, tagliate a cubetti il formaggio ed i pomodori freschi, sgranate i piselli, sciacquate i pomodori secchi, poi frullate sia quest’ultimi che i pistacchi.
Fate cuocere in un pentolino pieno d’acqua i piselli per 10 minuti, mettete in una ciotola i pistacchi, i pomodori secchi, il formaggio ed il tuorlo.
Tagliuzzate 2 teste di totano poi unitele agli altri ingredienti, aggiungete lo yogurt ed amalgamate al composto. Riempite col ripieno i totani e richiudete con uno stuzzicadenti.
Ungete con l’olio una padella, mettete il rosmarino, i pomodori freschi, i piselli, l’eventuale ripieno avanzato, i totani e le loro teste rimaste ed irrorate col vino. Fate cuocere coperti, sul fornello per 40 minuti.
A metà cottura aggiungete se necessario un po’ d’acqua e rigirate i totani.
Terminata la cottura mettete nei piatti e servite ben caldi.
Curiosità:
Il pistacchio è un frutto gratificante e saporito che l’uomo gusta da almeno 9000 anni, introdotto a Roma nel 1° sec. d. C. Grazie all’elevato valore nutrizionale e alla lunga conservazione questi frutti erano sempre presenti nel bagaglio dei primi esploratori, mercanti e viaggiatori lungo l’antica via della seta, che collegava la Cina all’Occidente. Il pistacchio ha proprietà antiossidanti, riduce il colesterolo ed anche il rischio di sviluppare tumori alla prostata e ai polmoni. In Italia è presente una coltivazione di nicchia, molto rinomati i pistacchi di Bronte, alle pendici dell’Etna. Il pistacchio della provincia catanese viene esportato anche all’estero, merito delle sue notevoli dimensioni, sapore particolarmente gradevole ed intensa colorazione verde. Servito con gli aperitivi, usato nelle specialità di pasticceria, nei gelati, nel cioccolato ed in varie ricette di cucina. Uno degli usi più comuni del pistacchio è quello di essere inserito nella mortadella.
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Torta segale e cacao

Ingredienti.

  • 180 gr amido di frumento
  • 150 gr burro 
  • ½ bicchierino sciroppo d’acero
  • 120 gr farina di segale
  • 150 gr canditi d’arancia
  • succo di 1 arancia
  • 150 gr zucchero di canna
  • 150 zucchero
  • 1 bustina scarsa di lievito
  • 5 uova
  • 30 gr cacao amaro

Sbattete i tuorli con lo zucchero di canna ed il burro con lo sciroppo d’acero, poi unite i composti ed aggiungete la farina di segale, lo sciroppo d’acero, l’amido di frumento, il succo d’arancia e il lievito. Montate a neve soda gli albumi con i canditi polverizzati, amalgamateli delicatamente al composto precedente.Infornate a 180 ° per 50 minuti. 
Lasciate raffreddare e servite.
Questa torta risulta morbida e leggermente umida, adatta a essere farcita con marmellata d’arance o decorata con crema pasticcera e panna montata. Noi l’abbiamo ricoperta con canditi polverizzati e poi decorata con crema alle nocciole (nutella). Molto gustosa, soffice, e ricca di sapori ben fusi. L’abbiamo preparata frettolosamente per l’arrivo dei nostri nipoti che l’hanno molto gradita, purtroppo non abbiamo avuto il tempo di illustrarla come nostro solito.

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Involtini di pollo con piselli


Ingredienti:

  • 1 kg petti di pollo
  • 1 mozzarella
  • 1 peperone rosso
  • 2 zucchine
  • 450 gr piselli freschi
  • 2 pomodori
  • olio d’oliva
  • aromi misti
  • santoreggia, sale

Tagliate a fettine sottili i petti di pollo e la mozzarella, sgranate i piselli, tritate la santoreggia, tagliate a listarelle il peperone e le zucchine.

In un tegamino portate l’acqua e ebollizione, salate e fate cuocere per 10 minuti i piselli, in 2 diverse padelle contenenti un cucchiaio d’olio d’oliva e mezzo bicchiere d’acqua ciascuna, fate cuocere le zucchine e i peperoni per 10 minuti.

Stendete sul tagliere le fettine di petto di pollo, ricoprite con listarelle di zucchine e peperoni e qualche pezzetto di mozzarella, salate e spolverate con gli aromi. Arrotolate su se stesse le fettine di pollo e chiudete con uno stuzzicadente.

In una padella con un po’ d’olio d’oliva fate rosolare gli involtini, salate , pepate,

spolverate con la santoreggia e unite i pomodori ed i piselli.

Continuate la cottura coperti per 15-20 minuti, rigirando a metà cottura.

Servite ben caldi.

Un ottimo secondo piatto preparato con carne bianca e molte verdure, leggero,salutare e genuino. Abbastanza facile la preparazione e gratificante il risultato. Semplice e  gustoso, si presenta bene nella sua varietà di colori ed aromi.

Curiosità:
Cito un indovinello che rivolgevo spesso ai miei piccoli alunni quando insegnavo: ” Siam tondi e piccini, siam fatti a pallini, stiam dentro una buccia verdina verduccia, siam tutti fratelli, ci chiamiamo …” Il pisello risulta coltivato sin dal Neolitico ( 7000 a. C.), probabilmente originario delle zone a nord dell’India. Anticamente in Italia ed in Europa, molti ortaggi come piselli, asparagi e spinaci erano ritenuti velenosi. In epoca medioevale i piselli erano considerati un piatto povero, in quanto i potenti basavano la loro alimentazione sul consumo della carne, quale espressione di superiorità. Per le popolazioni meno agiate i legumi rappresentavano invece i migliori alimenti da affiancare o da sostituire ai cereali. Fu solo dopo la fine del ‘500 che questo cibo cominciò ad apparire sulle mense più raffinate e raggiunse il suo apice nel 1700. Il pisello è una pianta annuale, la gracilità del suo fusto tende a farlo prostrare a terra. Tra i legumi, i piselli sono i meno calorici, ideali per assumere le vitamine B e C, potassio e altri sali minerali, inoltre aiutano a ridurre il colesterolo. La primavera ci offre lo spunto per ricaricarci di proteine vegetali attraverso questi legumi buoni e salutari.

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Quadrotti al radicchio rosso

 Ingredienti per il ripieno:

  • 250 gr ricotta
  • 100 gr grana
  • noce moscata
  • sale e pepe
  • 4 foglie radicchio rosso
 
Fate cuocere il radicchio tagliuzzato e salato in una padella con 2-3 cucchiaiate di acqua, per una decina di minuti (tenete l’acqua di cottura per la pasta).
 
In una ciotola, mettete la ricotta, le spezie, il grana grattugiato, il radicchio lessato e amalgamate bene il ripieno.
 
Ingredienti per la pasta:

  • 1 cucchiaio d’olio
  • 400 gr farina
  • acqua cottura radicchio
  • 1 uovo
  • 4 foglie radicchio frullate
 
Mettete sull’asse la farina a fontana, ponete nel mezzo l’uovo, l’olio, il radicchio e la sua acqua di cottura ed impastate aiutandovi con una forchetta.
Continuate a lavorare con le mani sino ad ottenere un impasto consistente ed omogeneo.
Con l’apposita macchina tirate la pasta in lunghe strisce larghe circa 5-6 cm, con il rullino le tagliate in pezzi lunghi 10 12 cm. Ponete un mucchietto di ripieno nel mezzo dell’estremità e ripiegate su se stessa la pasta, premendo sul bordo per chiudere il quadrotto.
 
Fate cuocere in abbondante acqua salata per 10 minuti. Intanto che la pasta cuoce, preparate il condimento.
Ingredienti per il condimento:

  • 100 gr spek
  • 30 gr latte
  • 10 gr burro
 
Tagliate lo spek a listarelle, lo mettete in una padella a rosolare col burro,
 
aggiungete un po’ alla volta il latte e fate evaporare fino a quando si è addensato.
Scolate la pasta e la fate saltare in padella con il condimento.
Mettete in un piatto, spolverate con il grana grattugiato  e servite ben caldi.
 
Una pasta rustica, genuina e dal colore intenso, in sintonia col condimento rossastro e saporito. Il ripieno è gustoso, leggermente amarognolo ed in tono con le tinte di questo primo piatto gradevole e raffinato.

Curiosità:
Il radicchio rosso deriva dalla cicoria selvatica, già conosciuta nell’antichità. Attraverso selezioni genetiche e trasformazioni naturali, ora possiamo disporre del radicchio che conosciamo. Può essere consumato crudo o cotto, mantiene intatte le proprie virtù. Ortaggio depurativo, diuretico, tonico, lassativo, ricco di minerali e antiossidanti. In passato la radice della cicoria selvatica è stata spesso utilizzata per ottenere un discreto surrogato del caffè.

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